Mi affaccio alla finestra dall’esterno e volto lo sguardo dentro la stanza illuminata dal lampadario centrale, il cambio dell’ora da una settimana mi ha gettato nel buio troppo presto e come fosse una nuova era fatico ad abituarmi.
Non vedo nessuno dapprima ma poi girando la testa la vedo piegata sul lavello a lavare le stoviglie o le verdure con le mani sempre immerse nell’acqua instancabilmente affaccendata.
Al centro della tavola un involucro copre la pasta appena lavorata, lasciata riposare per poi essere tirata, domani ci sono le tagliatelle quindi, fatte con amore e passione e con fatica e sapienza anche.
Cerco ancora e vedo lui quasi del tutto coperto dalla parete che prosegue oltre la finestra, ne scorgo una parte della testa e le lenti degli occhiali, sta muovendo il capo in sincronia con le parole che racconta e che sembrano divertirlo.
I suoni non mi raggiungono e loro non mi sentono, tento di chiamarli ma poi provo a bussare al vetro incontrando la zanzariera che si muove leggermente ma troppo poco e rinuncio allontanandomi da quel quadretto di vita domestica così pacifica e serena che invidio dolcemente e spero di vivere nel mio futuro più roseo.