È una città imponente Mantova, ha un palazzo Ducale che in trecento anni si è sviluppato passando da una struttura medievale ad un complesso architettonico variegato e ricco di stili. Ogni spazio presenta l’arte simbolica del tempo vissuto, progettato, dipinto e realizzato dai maggiori esponenti dell’epoca.
Le sue piazze sono immense, alte e possenti. Tutte le chiese costruite sono grandi e magnifiche, dominano le piazze e insieme ai palazzi che le circondano, creano ambienti che suggestionano.
Sarebbe da visitare in primavera anche, con le temperature miti perché l’impressione che ne ho ricavato in questi giorni di inizio anno è di una città fredda che non ama confidarsi e non vuole sentirsi accogliente, bensì distante ed elegantemente impenetrabile.
Come la sua cucina, non reclama attenzioni e assaggi, si lascia ammirare come le sue mostarde prelibate che accompagnano gli antipasti e mai immagineresti che i tortelli che sembrano semplici alla vista, siano così deliziosi una volta portati alla bocca, dove il palato non può che rallegrarsi a sentire la dolcezza degli amaretti e della mostarda unirsi al ripieno di zucca, esaltando il gusto di un piatto vanitoso e raffinato.
Io ho sostato per l’antipasto all’Osteria del Campione e a cena alla Taverna Cinquecento.
Come la sbrisolona che non vuole l’uso della forchettina o del cucchiaino per essere scoperta, bensì va afferrata con la mano e mangiata a morsi, per scoprire che è meno dura di quel che sembra ed è buona come deve esserlo un dolce tipico, accompagnata magari da una cioccolata. La mia era al cocco, al Café La Ducale.
I Gonzaga in quattrocento anni hanno creato una città magnifica per consegnare ai posteri un Ducato tra i più grandi d’Europa e le sue opere d’arte restano testimoni di un tempo glorioso.