
Il cellulare di Micla si illumina e una sveglia appare sullo sfondo nero. Il cicalino assordante e continuo non dà tregua fino a quando lei non riesce a spostarlo con il dito sinistro verso la barra. Se lo sposta con il dito destro, dato che è mancina, finisce dappertutto tranne che su spegni.
Il santissimo si è già alzato da un pezzo e lui la sveglia la spegne in un micro secondo, si stira e così si allunga di un metro mentre Micla sembra solo tendere i tessuti stropicciati della notte. Il santissimo solleva le gambe per fare leva e si alza quasi sull’attenti come Juri keki formato magnum, Micla invece rotola giù con le gambe fino a trovare le pantofole mentre la testa cerca con tutte le forze di restare incollata al cuscino. Infatti poi ha il torcicollo tutto il giorno, o peggio strappi muscolari. Le dicono che ha preso un colpo d’aria, se sapessero come si storce per non staccarsi dal letto, penserebbero che è posseduta.
In casa sua deve vivere qualcuno che ancora non ha conosciuto. Colleziona rotolini di carta igienica, prima o poi lo sorprenderà sul fatto? Quando è dignitosamente assemblata parte con la sua macchina per sbraitare dal fondo della fila a tutti quelli che hanno osato immettersi in coda prima di lei. Arriva al lavoro come se dovesse entrare nell’Enterprise pronta al decollo.
Kirk, Quark, Desk, Backup, Dokker e tutto l’equipaggio sono già in pressione, basta una vibrazione e i neuroni cominciano a saltare. Kirk e Quark ne hanno solo due per testa e rimbalzano di continuo, ma sono i fratelli minori di Micla, lei li trova sempre teneramente irritanti. I phaser sono già accesi e collegati, dal centralino si sente la voce di Jafar che promette di trasformare tutti in bites se non gli diamo il calore che piace a lui. Se potesse Micla lo farebbe bollire.
Finito di trasformare codici quantici in articoli virtuali sul mondo di Tron, Micla ha la testa che le scoppia e gli occhi ballano la tarantella. Trallallero Trallallà. Che felicità.